Wesley è un giovanissimo atleta. Sogna di essere un calciatore professionista. È un ragazzo solare e dal buon carattere, che adora suo fratello più grande, Jonatas. Il suo professore di educazione fisica, Montanha, è uno di quegli insegnanti che hanno davvero a cuore i propri alunni, e come spesso succede, questo finisce per esporlo a un rischio: per difendere uno degli allievi si fa nemico un criminale, Durao, uno di quelli che non perdona.
Un giorno, mentre Wesley e Montanha (che è anche il compagno della madre di Wesley) tornano a casa, Durão cerca di investire Montanha, che si accorge troppo tardi dell’auto che gli viene contro a gran velocità. Non avrebbe scampo se Wesley, agile e coraggioso, non si gettasse in mezzo alla strada per salvargli la vita.
Questa scelta, fulminea, di Wesley, cambierà il suo destino in modo irreversibile.
All’apparenza questa storia può sembrare una delle tante che abbiamo raccontato fino a oggi su Storie Paralimpiche. Invece no. Questa storia non è vera, come le altre. Nessuna delle persone sopra menzionate esiste.
O meglio, esistono, ma nel mondo della finzione narrativa, come personaggi di fiction.
Sì, perché la storia che stiamo raccontando non è altro che una delle linee narrative della telenovela delle 19.00 della Rede Globo, la mediaset brasiliana, la TV più generalista che esiste in questo paese che ha le dimensioni dell’Europa.
La telenovela si chiama Totalmente Demais, e la trama è, per il resto, una trama assolutamente standard di telenovela.
Un’agenzia di moda organizza un concorso per modelle, con l’obiettivo di trovare la “garota totalmente demais”, che è tipo la “ragazza che di più è impossibile”, “la top model delle top model” e il padrone dell’agenzia scommette con la perfida ex moglie, direttrice della rivista di moda che patrocina il concorso, che riuscirà a far diventare una fioraia sempliciotta LA strafiga delle strafighe.
Ovviamente poi il riccone si innamorerà della piccola fioraia, che ovviamente vincerà il concorso, e da lì partiranno tutta una serie di intrighi avvincenti e superficiali, da telenovela, appunto.
La storia di Wesley, invece, ha una portata differente. Un livello di riflessione differente. Una precisione differente. Un tono differente. Insomma, sembra un prodotto differente, ma in realtà è importante che questa storia invece sia infilata proprio lì, in mezzo a tutta la confusione, pronta a risvegliare in chi guarda emozioni differenti. E una riflessione differente. Interessante, e inclusa già nel titolo stesso della fiction: perché in realtà è Wesley, a essere il garoto totalmente demais nel suo senso più profondo. A essere il vero modello, in una storia di modelle.
Wesley, privo di conoscenza, viene ricoverato in ospedale, e da subito le sue condizioni non appaiono per nulla confortanti. Si risveglia con la sua famiglia (complicata, come tutte le famiglie delle telenovele) intorno, ma non sente le gambe.
Pochi giorni dopo riceve la notizia che lo butta a terra: non tornerà a camminare. La lesione midollare causata dall’incidente lo lascerà su una carrozzina per sempre.
Non la prende bene, Wesley. Come si può prendere bene una notizia del genere?
Lo sconforto, l’impotenza, la tristezza, il dolore, l’incredulità, abbiamo imparato grazie a tutti gli atleti paralimpici che abbiamo intervistato, fanno parte dell’esperienza di ognuno, e in ultima analisi fanno parte della vita. Certo siamo rimasti stupiti nel raccogliere anche voci di persone che ci dicevano: “scrivilo, che da quando sono disabile sono più felice!”, ma questo fa parte di un processo diverso, di un’elaborazione successiva.
Il merito degli autori di Totalmente Demais è stato quello di disegnare una traiettoria, per Wesley, che gli consentirà di uscire presto dall’autocommiserazione, che un po’ fa parte della vita, è vero, ma che in una telenovela di norma tende a essere esasperata.
Nel seguire il cammino di Wesley nella sua nuova vita, una volta uscito dall’ospedale, gli autori rimarcano sull’esigenza del ragazzo, come di tutti noi, di trovare la sua strada. Sarà lo studio? Sarà il lavoro? Sarà lo sport? Non ha importanza, l’importante è che come qualsiasi persona Wesley ritrovi il suo personalissimo scopo, ciò che dà un senso alla sua esistenza.
Ok, adesso respirate a fondo e asciugate quella lacrimuccia che vi sta scendendo dall’occhio.
Tranquilli! Wesley troverà la sua strada, certo!
E chiaro che sarà lo sport, alla fine.
Sennò non ne staremmo scrivendo qui, no?
Ma all’inizio non funziona, non è così facile. Un altro merito degli autori della telenovela, Rosane Svartman e Paulo Halm, è quello di tenerci a rappresentare la storia in maniera realistica. E siccome la disabilità e lo sport paralimpico sono mondi che da fuori si vedono poco, si sono rivolti a dei consulenti.
Uno dei consulenti è Claudemir Santos, che abbiamo già intervistato in questo blog, e che oggi è anche attore per l’occasione, nella parte di sé stesso.
Oggi?
Sì oggi…
Perché il motivo per cui vi stiamo raccontando una storia di personaggi immaginari non è che ci mancava materiale, ma che stiamo raccontando una metastoria.
Cioè, quella di noi che siamo di nuovo al CEFAN, il centro di allenamento della Marina Brasiliana, insieme a Claudemir, i suoi atleti (e altri atleti paralimpici veri) e tutta la troupe della Globo.
Oggi Totalmente Demais si gira sulla pista dove mi sono allenata qualche giorno fa.
Il set ha il fascino di tutti i set del mondo, ma quello che colpisce me abituata al clima Boris (nella fantasia e nella realtà) dei set italiani, è il modo gentile in cui la regista dà le indicazioni alla troupe e al cast.
Mi capita, e non solo a me, goffamente, di entrare in campo durante un’inquadratura, ma nessuno mi abbaia. Ci si limita a chiedermi in modo gentile di spostarmi:
“per molti di noi è la prima esperienza televisiva, e la produzione lo sa, io credo che è per questo che ci sia tutta questa pazienza. Comunque sì, si è creato un clima buono” – mi dice Claudemir, che racconta: “hanno raccolto informazioni su di me, e su altri atleti, su internet, e ci hanno chiamato per raccontargli come funziona il processo di riabilitazione dopo un trauma simile a quello di Wesley, e come inizia a praticare sport un atleta disabile. E stanno rappresentando tutto in maniera molto realistica. Certo poi gli autori fanno il loro lavoro e ci ricamano sopra le loro storie, tipo la fidanzata, la famiglia, ma le difficoltà e le sfide sono quelle reali”.
Così come le comparse, che a telecamere spente mi raccontano brandelli delle loro storie, non molto diverse da quella di Wesley, come Frederico che ha avuto qualche anno fa un incidente automobilistico nell’Avenida Rio Branco, nel centro di Rio, e all’inizio non ne voleva sapere di riabilitazione, mentre ora ha l’obiettivo di diventare un atleta professionista, o come Vanderson, lanciatore del disco, con cui approfittiamo dei ritagli di tempo per iniziare una lunga intervista che ancora non si è conclusa.
Wesley invece, è impersonato da un attore brillante, Juan Paiva, al suo debutto in una telenovela, che dopo la scena della corsa sull’hand bike è l’unico ad avere il fiatone, gli altri sono tutti molto più allenati di lui.
“E’ il mio idolo – ci confessa Tayane – anche lei lanciatrice della squadra di Claudemir – che abbiamo intervistato nel cerchio a bordo pista di qualche settimana fa – e io ero intimiditissima”.
“Allora io – interviene Roberta, esuberante come sempre, in questo caso in funzione di spalla per l’amica – ho preso coraggio, mi sono avvicinata, e gli ho detto: ehi, lo sai che tu sei l’idolo di Tayane? Devi assolutamente parlarci”.
“Ed è stato pazzesco – continua Tayane: lui si è avvicinato e abbiamo iniziato a chiacchierare, come due persone qualsiasi”.
“Oltre ad essere un grande attore è una bella persona, semplice e umile”.
“Non ci posso credere che stamattina sono venuta qui per allenarmi e ho finito per stare seduta a parlare con il mio idolo assoluto, con il mio modello”.
Certo, la finzione è la finzione e la realtà è la realtà, ed è importante tenerlo a mente.
Siamo certi che Wesley riuscirà nei suoi obiettivi, mentre per tutti i personaggi reali che sono qui la sfida è stata e sarà senz’altro più difficile.
Ma l’incontro tra finzione e realtà a volte è importante…ci aiuta a sognare l’infinito e a rimanere con i piedi per terra.
https://www.indiegogo.com/projects/storie-paralimpiche/x/13556404#/
Contribuisci alla nostra campagna di crowdfunding!!!
CORRI VERSO RIO CON STORIE PARALIMPICHE