Il primo amore non si scorda mai
Hanno un buon sapore, i ritorni.
Soprattutto se si tratta di boccia, il nostro primo amore.
E il primo amore non si scorda mai.
La squadra di Boccia Paralimpica dell’ ANDEF di Niteroi, l’anno scorso, è stata la nostra porta di ingresso nel mondo dello sport Paralimpico brasiliano.Non possiamo essere a Rio e non andarli a visitare, anche solo per un saluto.
Riceviamo dall’Italia una bella notizia: il prossimo week end ci sarà in Veneto il primo Campionato Italiano individuale di boccia.
Ci piacerebbe esserci, ma visto che siamo a Rio, per respirare un po’ dell’atmosfera del nostro sport preferito decidiamo di andare ad affacciarci proprio all’allenamento della nostra amata squadra di boccia dell’ANDEF.
In salita
L’ANDEF è il centro di allenamento per persone disabili più grande dell’America Latina. Lo abbiamo frequentato tanto, in passato, e ne abbiamo parlato diverse volte. Ma ogni volta che entriamo ci colpisce la struttura, imponente, impressionante, e costellata di rampe, in salita.
Riecheggia nelle nostre orecchie la voce di un tennista stanco dopo una giornata di gara – gli atleti del Niteroi Open 2015 pernottavano nella foresteria dell’ANDEF, nuovissima e super attrezzata: “io voglio sapere chi è il genio che ha pensato di costruire il più grande centro di allenamento per atleti paralimpici dell’America Latina su una collina!”.
Parlava con la voce della stanchezza…ma non aveva tutti i torti.
Wonder woman
Gli allenamenti di boccia, invece, si tengono in una sala che è ai piedi della collina. Nella stessa struttura c’è anche una sala per l’assistenza psicologica e quella per la fisioterapia, da cui entra e esce una bimbetta saltellando sulla sua protesi, vestita da Wonder Woman.
La squadra di bocce si sta allenando, e l’allenamento è molto silenzioso, come sempre. Il gioco richiede una grande concentrazione, i lanci sono di precisione e la posta in gioco si sta alzando.
Ormai le convocazioni per Rio sono vicine, ma la lista non è ancora chiusa, e c’è la massima incertezza su quali atleti saranno convocati.
Medaglia d’argento ai giochi Parapanamericani di Toronto 2015 nella boccia a squadre categoria BC2, Lucas Araujo, di Maricà (Niteroi), ha ottime possibilità di essere convocato alle Paralimpiadi per partecipare nella competizione a squadre, ma è molto giovane, ha 21 anni: “lui stesso mi ha detto: mamma, la mia Paralimpiade non è questa, è Tokyo 2020” – ci dice sua madre, Idenilza Ferreira, che lo accompagna tutti i giorni all’allenamento, “non perché non pensi che sia abbastanza autonomo da gestirsi da solo, ma perché a me piace molto accompagnarlo, partecipare agli allenamenti. Se potessi lo accompagnerei dappertutto anche nelle competizioni internazionali. Magari…sai che bello viaggiare per il mondo…”.
E’ molto bello
Quello dei viaggi è un tema che abbiamo affrontato spesso, con Idenilza e l’allenatrice Ana Claudia. Se il sogno di Idenilza è appunto quello di accompagnare il figlio dappertutto, Claudia non ama viaggiare, e non riesce a capire come noi di Storie Paralimpiche riusciamo a sostenere una vita in viaggio. Annuisce quando le racconto delle difficoltà delle partenze, continue, ma della bellezza di conoscere sempre persone nuove, posti nuovi, di potersi adattare a modi di lavorare, di vivere, di intendere l’esistenza, diversi dal nostro.
“E’ molto bello!” – ripeto tipo mantra.
“Non esiste mica solo il bello nella vita. Esiste anche la stabilità”.
È vero, e a volte ci piacerebbe averla questa stabilità, se non altro per accompagnare giorno per giorno persone come quelle che sono qui oggi, persone che amiamo, che incontriamo e reincontriamo a distanza di tempo, perdendoci e ritrovandoci.
“è molto bello” – dico di nuovo.
Punti di vista
L’abbiamo già raccontata, la storia di Lucas, ma non importa. La raccontiamo di nuovo, oggi, da un’altra angolazione. Tanti punti di vista, è questo il bello, in verità.
Oggi il punto di vista che scegliamo è quello di Idenilza che, appunto, è la fan numero uno di suo figlio, e che oltre ad aver contribuito ad avvicinarlo alla boccia lo segue, quando può, in tutto quello che fa.
Recentemente Idenilza ha aperto un blog, all’indirizzo http://bochaparalimpica.blogspot.com.br/ in cui ripercorre tutto il percorso del figlio, a partire dalla sua nascita:
“Allora…nel 1994 nasceva Lucas, prematuro (di sette mesi), sottopeso (1,5 kg) e con problemi respiratori, ma siccome fin dalla sua nascita già era un vincitore, ha dribblato il parto prematuro, l’essere sottopeso e gli arresti respiratori per dare inizio alla sua storia bellissima”. – inizia così il racconto di Idenilza, che si autodefinisce “madre fiera”.
È appena tornato dai Campionati del Mondo in Cina, Lucas.
E ci racconta della performance, impressionante, degli atleti asiatici.
I podi sono stati quasi tutti loro. Solo agli inglesi è rimasta qualche briciola. I brasiliani, tra i più forti al mondo nella disciplina, ci sono rimasti davvero male. “è stata una gran brutta sorpresa. Una sorpresa letteralmente, non ci potevamo credere. Prendi Maciel Santos, erano 10 anni che non rimaneva all’asciutto di medaglie in una competizione internazionale. Immagina come si sarà sentito poverino”.
Lucas è al suo secondo viaggio in Cina, e rimarca: “rispetto all’altra volta, che era il 2009, sono migliorati davvero moltissimo. Certo, loro hanno montato delle strutture incredibili, e si stanno allenando come matti per Rio. Speriamo che il fatto che giochiamo in casa ci aiuti…”.
Conoscendo la tifoseria di casa siamo sicuri che aiuterà.
Intanto in bocca al lupo a Lucas, che speriamo di vedere nella lista dei convocati, ma che se non dovesse esserci siamo sicuri di vedere a Tokyo 2020, la sua Paralimpiade!
Ci sono storie e persone che ti entrano dentro. Concentrati com’eravamo sulla campagna di crowdfunding, cui comunque è importante contribuire attraverso il link
https://www.indiegogo.com/projects/storie-paralimpiche/x/13556404#/
ce ne eravamo un po’ dimenticati!
grazie Idenilza, Lucas, Claudia e tutti gli altri per avercelo ricordato!