All’inizio della sua carriera, nel 2008 Jovane Silva Guissone, come tutti gli atleti paralimpici, sognava di essere convocato per una Paralimpiade. “Ho iniziato a tirare di scherma nel 2008, dopo aver saputo da un amico che esisteva questa possibilità. Mi è sempre piaciuto lo sport, ma nella situazione in cui ero dopo l’incidente sono convinto che lo sport mi abbia salvato, e che fra l’altro abbia anche modificato profondamente il mio modo di affrontare quello che mi era successo”.
Nel 2004 la paura fa reagire Jovane a un tentativo di rapina a mano armata, i rapinatori gli sparano e lui finisce in carrozzina. “Grazie alla scherma ho conosciuto moltissime persone nella mia stessa condizione e ho realizzato che la vita di una persona in carrozzina può essere una vita normale. Per questo – aggiunge – è estremamente importante divulgare lo sport per le persone con disabilità. Per motivare altre persone ad abbandonare la loro zona di conforto e a vivere uno sport che possa cambiargli la vita, che gli consenta di tornare a vivere degnamente e normalmente. Lo sport è vita”.
Divulgare lo sport, inoltre, è importante, secondo Jovane, perchè: “è bene che le persone comuni guardino con altri occhi alla disabilità, è bene costruire uno sguardo che non sia di pietà ma di tifoso, di orgoglio, di ammirazione, di meraviglia”.
Ammirazione e meraviglia che Jovane si è conquistato a colpi di spada. Primo schermidore in carrozzina brasiliano a vincere una medaglia a livello internazionale, primo ad essere convocato per una Paralimpiade, da Londra 2012 Jovane è tornato con la prima medaglia d’oro di sempre per il suo paese nella scherma. “Il momento più difficile della mia carriera è stato subito prima della Paralimpiade, poichè non avevo risorse economiche sufficienti per allenarmi e viaggiare. Poi rimanere 36 giorni lontano dalla mia famiglia nel periodo dei giochi è stato drammatico. Ma a questo è seguito il momento più bello della mia carriera: salire sul gradino più alto del podio, vedere sventolare sopra di me la bandiera del mio paese, entrare nella storia di questo sport. Anche se non avevo sponsor sono riuscito a vincere la medaglia d’oro che avevo tanto sognato, e a regalare alla mia famiglia una casa degna di questo nome”.
Rivendica i suoi sogni,Jovane, i vecchi e i nuovi. E insieme a essi il potere di scegliere e di raccogliere i frutti delle proprie scelte quando sono coraggiose: “i risultati che ho raggiunto li ho raggiunti grazie alla mia forza di volontà, sono convinto che se uno mette passione e impegno in quello che fa i risultati poi arrivano. Tutto dipende da noi, da quanto ci doniamo e con quanta fiducia in noi stessi e nelle nostre possibilità. Sono molto felice! Molto più felice di quando camminavo. Ringrazio tutti coloro che hanno fatto parte della mia vita fino a oggi, poichè ogni persona, nel bene e nel male, ha contribuito a fare di me quello che sono oggi”.
“Il nuovo sogno è vecchio – continua Jovane – è raddoppiare la quantità di oro che mi porto addosso. Rio 2016 sto arrivando!”
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