di Diana Pintus
Non ti lasciar distruggere…
Aggiungi nuove pietre
E costruisci nuove poesie.
Ricrea la tua vita, sempre, sempre.
Rimuovi le pietre, e pianta arbusti di rose e fai dolci. Ricomincia.
Fai della tua vita piccola
Una poesia.
Cora Coralina.
Ormai ci siamo quasi. Poco più di due mesi e la luce si accenderà su Rio de Janeiro e sulla trentunesima Olimpiade (e la quindicesima Paralimpiade).
La fiamma si avvicina
Perciò la torcia olimpica è ormai vicina, vicinissima alla sua destinazione finale, e il 5 maggio scorso, a tre mesi esatti dalla data di apertura dei giochi olimpici, è passata a Goiania, la capitale dello stato di Goias. Tra le varie personalità locali, scelta per partecipare alla staffetta dei teodofori, c’era anche Jane Karla Rodrigues Gögel. “E’ un’opportunità che mi riempie di gioia. Già nel 2007 avevo avuto la possibilità di portare la torcia per un tratto, in occasione dei giochi Parapanamericani di Rio 2007. E ora la torcia Olimpica…è meraviglioso!”.
Quarant’anni, sposata e madre di due figli (Lucas e Lethicia), Jane è nata a Goiania, e abita oggi in una città vicina. Ha una lunga carriera alle spalle nel tennis tavolo, iniziata nel 2003: “L’ADFEGO, associazione dei disabili motori dello stato del Goias, mi ha invitato a un evento nel quale avrei potuto provare varie discipline sportive. Ho amato il tennis tavolo a prima vista. E ho cominciato a giocare, senza impegno, tanto per giocare. Quando ero ancora principiante mi hanno invitato a vedere il Parapanamericano a Brasilia (nel 2003) e lì ho preso la decisione: mi sarei allenata duramente, perché volevo partecipare in grandi campionati come quello”.
Ed è determinata, Jane, che è convinta che la cosa più importante, nello sport, sia dare il massimo di sé stessi. A partire dal 2007 il suo palmares è ricchissimo di titoli: vince 2 ori ai giochi Parapanamericani di Rio 2007, e nello stesso anno vince il titolo di miglior atleta d’America. Nel 2009 arrivano altri due ori al Parapanamericano di tennis tavolo in Venezuela (e di nuovo il titolo di miglior atleta d’America). In quel periodo conquista la terza posizione nel ranking mondiale, ed è la prima brasiliana di sempre a riuscirci.
A giugno del 2010 scopre di avere un tumore al seno, per il quale resta in cura fino ad aprile 2011. Mentre è in chemioterapia vince due ori e un bronzo al Brasil Open (ottobre 2010), e ai Giochi Parapanamericani di Guadalajara, nel 2011, vince un altro oro, nonché, per la terza volta, il titolo di miglior atleta d’America. Suggella le sue imprese portando la bandiera del Brasile durante la cerimonia di chiusura.
Nel 2015 avviene il grande cambiamento: dal tennis tavolo passa al tiro con l’arco, e anche qui le basta poco per iniziare a ottenere i primi risultati in campo sia nazionale che internazionale. Una traiettoria che viene coronata a inizio 2016, quando è l’unica atleta in carrozzina a ottenere il punteggio di classificazione necessario a competere nella Coppa del Mondo di tiro con l’arco convenzionale a Medellin, in Colombia.
L’unico titolo che manca nella lunga lista di Jane è la medaglia Paralimpica. Quinta sia a Pechino 2008 che a Londra 2012, Jane non vede l’ora di arrivare a Rio e al 7 settembre, per giocarsi la medaglia così vicino casa. “Se dovessi descrivere in poche parole quello che lo sport mi ha dato direi la capacità di superare i miei limiti. Credo che in generale gli atleti paralimpici fanno vedere alle persone che nella vita tutto è possibile. Sono un esempio di determinazione, volontà di superarsi, concentrazione, resistenza e rendimento. Queste cose possono e devono essere di esempio e ispirazione per gli altri”.
Che la fiamma si accenda, dunque!
Boa Sorte Jane, e obrigada!
Abbiamo scelto per aprire il nostro articolo una poesia di Cora Coralina, grande poetessa brasiliana del ‘900, originaria del Goiàs, cui la carovana olimpica ha reso omaggio.
La dedichiamo a Jane, a Chiara e a tutte le donne che sono capaci di costruirsi e ricostruirsi.