Storie Paralimpiche è prima di tutto un viaggio,che é iniziato con una partenza, in una data ben precisa: il 29 settembre 2014. Verso una destinazione ben precisa: RIO 2016, Giochi Paralimpici.
Il progetto nasce dalle visioni e dalla visione della Cooperativa Sociale Integrata MATRIOSKA, che dal 2006 lavora con la comunicazione, l’espressività e la creatività con persone con disabilità fisica e cognitiva. Nasce inoltre dall’esperienza del CESC PROJECT nei progetti di Servizio Civile in America Latina (Brasile e Argentina), e dal sostegno amorevole e quotidiano della SOCIEDADE CULTURAL PROJETO LUAR, progetto fondato nel 1990 dalla ballerina Rita Serpa nel quartiere di Jardim Primavera, municipio di Duque de Caxias, Baixada Fluminense,Rio de Janeiro. Vive anche e soprattutto grazie alla disponibilitá e la collaborazione di una miriade di persone e associazioni incontrate nel cammino. Sono proprio questi incontri che vogliamo raccontare in questo blog, un blog che parla tre lingue, come il progetto Storie Paralimpiche, e che non ama le traduzioni.
Vogliamo raccontare le storie di Storie Paralimpiche, che é scoprire mondi, costruire reti, aprire strade. É salire sulle vette piú alte dello sport Paralimpico e allo stesso tempo rimanere a valle con chi non salirá mai, ma ama giocare, correre, lanciare. É connettere mondi apparentemente lontani (Brasile, Argentina, Italia) e scoprire che ci si puó porre le stesse domande:
Cosa fa di un campione un campione? E in cosa un campione si differenzia da un altro? E cosa succede a chi campione non é?
Degli atleti disabili non vogliamo raccontare la disabilitá ma la vita, le aspirazioni sportive, le condizioni sociali, i risultati, le delusioni, le reazioni. Vogliamo raccontare le persone, meravigliose e imperfette che stiamo incontrando ogni giorno, persone che praticano sport o che l’hanno praticato, persone che lo accompagnano e lo sostengono.
Per finire, due parole su chi questo blog lo scrive:
Diana Pintus lavora come giornalista e sceneggiatrice con esperienza in documentari. Soffre della sindrome del salto nel buio, che le da una pericolosa e bellissima scarica di adrenalina ogni volta che deve affrontare qualcosa di nuovo. Nel 2012 ha partecipato a un progetto di Servizio Civile con il CESC Project in Brasile, a Foz do Iguaçu, e vivere nella triplice frontiera le ha fatto capire che l’esistenza dei confini a volte si puó dimenticare.
Si occupa della parte operativa del progetto Storie Paralimpiche, sostenuta da un finanziamento del programma TORNO SUBITO della Regione Lazio, convinta che presto avrà a disposizione un’estesa equipe multifunzionale-internazionale-integrata che l’accompagnerà fino ai giochi Paralimpici. Al di lá della megalomania ci sta lavorando sodo. Si sentirá libera di sfruttare questo blog come piú le piace, con il rischio di divagare, a volte. É convinta che le divagazioni arieggino la mente e facciano vedere le cose con piú chiarezza.
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