di Erika Zedda
Santiago di Compostela, 2 febbraio 2017
Per Pietro, la conchiglia di Santiago rappresenta molto più di un cammino. Per lui rappresenta diversi cammini e la città stessa. Questo perché l’apice della conchiglia è la piazza che si trova davanti alla cattedrale, Praza do Obradoiro e i raggi che nascono da questa sono tutte le strade possibili percorribili da lì.
«Se vai fino a Finistere la conchiglia è al contrario, come se tutte le strade tornassero ad un punto. Sulle pareti della Cattedrale se si osserva bene si può notare Alpha ed Omega. Tutto può essere un inizio. Sta a te deciderlo.»
Pietro Scidurlo, classe 1978, è un pellegrino speciale perché il cammino lo ha fatto più volte. Nel 2012 con una bicicletta trazionata a forza di braccia da cui sono nati un blog seguito da 35.000 persone in 15 giorni e l’associazione Free Wheels Onlus, il cui obbiettivo è quello di aiutare tutte le persone ad intraprendere questa esperienza. Poi nuovamente nel 2013 e due volte nel 2014 in sedia a rotelle per scrivere a quattro mani con Luciano Callligari il libro Santiago per tutti, prima guida al mondo contenente indicazioni per tutti. In questi giorni si trova nella città galiziana non come pellegrino ma per un nuovo progetto a cui la sua associazione ha preso parte.
Perché sei qui a Santiago di Compostela?
«Sono qua perché Free Wheels Onlus con il Comune di Rieti, l’Azienda Speciale Centro Italia Rieti, le Terre di mezzo Editore, la Xunta de Galicia e lo S-cape Countryside Travel Sl sta partecipando ad un bando della comunità europea. Il progetto SA.BE.R (“SAntiago, St. BEnedict, Routes universal”) ha l’obbiettivo di creare un’offerta turistica accessibile a tutti, migliorando sia i servizi che le infrastrutture presenti lungo gli itinerari maggiormente noti a livello europeo: il “Cammino francese” in Spagna, la più popolare via di pellegrinaggio verso Santiago di Compostela e il “Cammino di San Benedetto” in Italia, un percorso che collega i luoghi più importanti legati alla vita di San Benedetto da Norcia, il Santo Patrono d’Europa. Lo scopo principale del progetto è quello di sviluppare un’offerta turistica di qualità basata sul principio del “turismo per tutti” puntando sulla rivalorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico di questi itinerari incentivando ad esempio l’escursionismo, la bicicletta e altre attività sportive. Siamo qua per la prima tavola rotonda con i partners spagnoli.»
«Il progetto è transnazionale e coinvolge la Spagna (Cammino di Santiago) e l’Italia (Cammino di San Benedetto, che va da Norcia a Cassino.) San Benedetto è patrono d’Europa è un cammino che sta crescendo abbastanza tempestivamente in Italia. Noi siamo il partner che farà la mappatura del Cammino di San Benedetto. Sai che cos’è la mappatura? Bisogna cercare i punti accessibili, abbiamo già mappato 260 km da Rieti a Cassino. Adesso purtroppo mancano gli ultimi km che sono i primi 100 del cammino da Norcia a Rieti che purtroppo è la zona colpita dal sisma. Troveremo una soluzione per cercare di mappare quella zona il prima possibile e chiedere alla commissione europea di comprendere che le motivazioni di calamità naturale impediscono di mappare tutto il cammino. Il comune di Rieti è il capofila del progetto Norcia-Cascia e Monteleone di Spoleto sono molto probabilmente estromesse. Possiamo partire forse da Monteleone di Spoleto.»
E la mappatura in concreto in cosa consiste?
Ad esempio consiste nell’arrivare davanti ad un bar, fare il punto con il GPS, prendere il registratore e dire “Bar da Pietro, ingresso con piccolo scalino e montacarichi per andare giù al bagno. Hanno alimenti per celiaci. Si tratta dello stesso metodo con cui abbiamo realizzato anche Santiago per tutti.”
Come è nato il libro Santiago per tutti? La guida è stata tradotta?
Dopo che ho fatto il cammino due volte ho pensato che mancasse una guida per noi, sono andato da Terre di Mezzo e gli ho proposto appunto di fare una guida così. Loro hanno visto la mia convinzione negli occhi ed hanno accettato.
Al momento la guida è disponibile solo in italiano, stiamo cercando di tradurla. Domani abbiamo un incontro a Leòn con la Federación Española de Asociaciones de Amigos del Camino de Santiago dove presenteremo il libro per la prima volta oltre i Pirenei.
Quali sono gli ultimi progetti che coinvolgono Free Wheels Onlus?
«Dopo Santiago per tutti a Free Wheels Onlus insieme all’associazione ON, il cui ambasciatore è Max Laudadio, che opera sul “Parco delle 5 Vette” collabora alla realizzazione del primo Sentiero Boschivo fruibile da tutti, anche a persone a mobilità ridotta. Siamo andati poi a parlare di Accessibilità all’interno delle scuole e poi alla promozione del progetto G.R.A.B. (Grande Raccordo Anulare delle Bici), in seguito approvato dal Comune di Roma. Inoltre una delegazione di Free Wheels ha collaborato con l’Accademia Cinematografica Gian Maria Volonté di Roma ingaggiati da TorinoTurismo per promuovere il turismo per tutti in Piemonte attraverso la Via Francigena della Val Susa.
E invece la via Francigena?
La via Francigena è all’anno -1. Il Cammino di Santiago è all’anno 100. La via Francigena è in costruzione, si sta facendo. È ovvio che io guardi ad una via Francigena per tutti ma sono tanti gli aspetti che vanno valutati. Per esempio il numero di utenti che ne usufruirebbero: i pellegrini della via Francigena sono molti meno di quelli che percorrono il cammino di Santiago. Un’editore è giusto che guardi alla distribuzione del libro tenendo a mente il possibile bacino di vendita. Secondo me ogni cosa deve maturare, la via Francigena deve maturare, la via Francigena per tutti deve maturare. Certo è che è un sogno. Sarebbe una soddisfazione realizzare questa guida perché si siamo noi ad aver creato la prima guida accessibile sul cammino di Santiago però siamo italiani. Fare un lavoro simile ma sul territorio italiano sarebbe quello slancio in più non perché la via Frangigena sia più importante, ma perché anche si, si è fatto una cosa importante per l’estero si ma sei sempre uno straniero. Farlo sul tuo territorio è più patriottico e una cosa accentuerebbe l’altra. Sicuramente sarebbe un risultato importante per noi come associazione, porterebbe a molti contributi, fondi. Oggi ci confrontavamo con altre associazioni spagnole che fanno guide e ci hanno detto “noi le facciamo perché abbiamo fondazioni, sponsor e voi come avete fatto a farla? Noi l’abbiamo fatta con la forza, il tempo e i soldi fisicamente di otto pellegrini, otto volontari quindi dietro di noi non ci sono sponsors questa cosa da un lato ci gratifica perché abbiamo fatto molto/ qualcosa che nessuno ha mai fatto, qualcosa di importante. Santiago per tutti è già in seconda ristampa della terza edizione e nel giro di un anno e mezzo sono vendere più di 5000 copie. La guida sulla via Francigena ha venduto qualcosa tipo 10000 copie in 10 anni quindi il bacino di utenza è diverso. Per questo quando mi chiedono se la guida è solo per disabili mi altero. È una guida per tutti. Perché ognuno di noi può avere delle necessità anche solo per brevi periodi. Ad esempio una mia amica ieri ha sbattuto il dito del piede contro la sponda del letto e adesso ha il dito gonfio. Ora è disabile anche lei. La disabilità abbraccia tutti. Chi da un punto di vista alimentare, chi da un punto di vista sensoriale. Un celiaco può mangiare o meno determinate cose. Le informazioni al riguardo le può trovare nella guida, è stata fatta per questo fine.
Perché una persona torna a rifare lo stesso cammino quando potrebbe sceglierne un altro?
Io credo che sia un’accezione sbagliata. Non è che le persone tornano a fare lo stesso cammino. Si mettono a fare il cammino. È una casualità che si mettano a fare quello stesso cammino oppure un altro. Io ho sempre fatto e rifatto lo stesso cammino francese ma in realtà sono rimasto, lo ammetto senza particolari problemi un po’ appeso a questo cammino, a questa esperienza perché penso sia un’esperienza molto formativa non importa dove sto camminando, importa il percorso che sto facendo, le persone che incontrerò, il cammino è un’esperienza di incontro quindi il camminare che sia in Italia o all’estero o Cecoslovacchia ecc. ti da semplicemente l’opportunità di vedere paesi diversi. Quello che stai cercando non è fuori di te ma dentro di te, è il posto dove metti i piedi secondo me.
Sei ancora in contatto con le persone che ha incontrato durante il cammino?
Sì con alcune si, con altre no. Con tante si lascia tutto molto al caso. Nel senso che ad esempio la storia che ti posso raccontare riguarda una delle persone che ho incontrato durante il primo cammino. Incontrai Pino, ragazzo toscano che praticamente fa “Io ho parlato troppo nella mia vita e cammino in silenzio, comunico con dei bigliettini, ho fatto un voto di silenzio.” Nella settimana che ci siamo frequentati lungo il cammino, parlavamo tramite bigliettini. Lui mi ha ritrovato dopo due anni, mi ha cercato e ritrovato. Una persona che invece non ho più visto è un pellegrino francese, Gerard, non udente. L’ho incontrato in un locale per mangiare e mi disse: “Tu parli francese, parli spagnolo, mi puoi aiutare a tavola? Per ordinare? Tu puoi fare da tramite, io ti seguo leggendo il labiale.” Ed io che da sempre mi chiedo “potrò aiutare gli altri come loro hanno sempre aiutato me?”. Quella è stata la risposta. Il fermo immagine di quel momento mi è rimasto impresso, lo conservo ancora dentro di me.
Cosa ha di speciale il cammino di Santiago di Compostela?
«È magico per tre motivazioni: non importa chi sei e da dove vieni ma abbandoni ogni orgoglio e pudore. Io ho visto veramente persone cambiarsi, fare la doccia nei luoghi in comune senza problemi. Ritorni ad essere persona, viene dato maggiore risalto a questo, a quello che stai facendo. Siamo tutti lì per lo stesso motivo, è come se ci fosse un ritorno non dico alle origini ma all’autenticità della persona. È magico perché se lo fa una persona sola è un conto. Se lo fanno 1000000 di persone all’anno è un altro. O sono 1000000 di scemi oppure in quell’itinerario c’è davvero qualcosa di speciale. Io credo che ci sia qualcosa che non so spiegarti nel cammino di Santiago. Camminare diventa un’opportunità, è un modo per riappropriarsi del tempo, quel tempo che ci sfugge sempre tra le dita. Corriamo sempre. Non abbiamo mai tempo per noi stessi e per gli altri. Quando fai il cammino ti riappropri non solo del tempo ma anche di te stesso. Abbandoni il superfluo, ad esempio il telefono e inizi a porti delle domande. Ma sono sempre la stessa persona che due giorni fa per rispondere a tutte le mail è andata a letto a mezzanotte? E oggi invece abbasso il cellulare e mi soffermo magari a chiacchierare con una persona. Cosa succede? Quello che accade durante un cammino non succede in un normale viaggio di piacere, è un’esperienza diversa. Accade solo qui. Accade solo nel corso di un itinerario culturale. E quindi secondo me un itinerario culturale a maggior ragione il cammino di Santiago ha un background importante. Spesso mi chiedono parla del tuo cammino. Io rispondo: “vai a farlo il cammino”. Per ogni persona è diverso, perché ognuno di noi incrocia persone diverse ed ha una diversa prospettiva della realtà, percepisce a suo modo quello che lo circonda. Nel percorso incontri molte persone. Durante il tragitto affronti moltissimi argomenti di varia natura: esperienze di vita, famiglia, religione, filosofia, storia. Ognuno di noi ha un tempo diverso. Quello che colpisce me può risultare indifferente all’altro e viceversa. È un’esperienza di incontro. Ogni volta è come la prima volta.»
25 luglio 2021 sarà una giornata importante per Santiago di Compostela. Tornerai per quella data?
Non so se per quella data sarò a Santiago. Uno dei miei grandi desideri è partire da casa mia, Somma Lombardo in carrozzina ed arrivare qui. Sono più di 2000 km da percorrere in due mesi e mezzo/ tre. Vediamo, è un grande sogno.
Siti utili
Associazione Free Wheels Onlus www.freewheelsonlus.com
Progetto SA.BE.R www.openuproutes.es