Articolo di Maria Anna Baro
Intervista di Diana Pintus e Cooperativa Sociale Integrata Matrioska
Foto di Carla Rotelli
Quest’anno alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro c’è una novità, un’altra corsa, bracciata, biciclettata in direzione dell’integrazione: l’ammissione del paratriathlon come disciplina olimpica!
Fino a poco tempo fa non conoscevamo bene questo sport dal nome così antico e affascinante, il triathlon,nè tantomeno il paratriathlon.
Dal sito della federazione scopriamo che il triathlon è uno sport multidisciplinare di resistenza nel quale l’atleta copre nell’ordine una prova di nuoto, una di ciclismo e una di corsa, senza interruzione. Per l’esattezza l’atleta deve farsi 1500 m di nuoto, 40 km di bici e 10 km di corsa. Di fronte a questa sfida il mondo della disabilità non s’è tirato indietro ed è nato, così, il paratriathlon, e cui regole sono un adattamento di quelle del triathlon alle differenti tipologie di disabilità.
Per conoscere un po’ più da vicino questa disciplina, a Giochi Senza Barriere abbiamo intervistato Gianluca Cacciamano, pluricampione italiano di nuoto e, da tre anni, anche atleta di paratriathlon.
L’incontro di Gianluca con il paratriathlon è avvenuto in maniera quasi casuale: “mi sono appassionato a questa disciplina dopo aver accettato, un po’ per gioco, un po’ per curiosità, un invito a partecipare ad una gara di paratriathlon a staffetta, in cui dovevo fare solo la parte di nuoto, e da lì è iniziata questa avventura molto bella”. Un’avventura molto bella quella di potersi riavvicinare, oltre che al nuoto, anche alla bici e alla corsa. Gianluca,infatti, 12 anni fa ha avuto un incidente con la motocicletta, in seguito al quale ha perso una gamba; la cosa più naturale per lui è stata riavvicinarsi allo sport, e nello specifico al nuoto, che praticava anche prima dell’incidente. Pensava, invece, di non riuscire più a pedalare e correre gli sembrava un ostacolo impossibile. Avvicinarsi al paratriathlon è stata quindi “un’emozione bella e molto profonda”.
Quando parla di sport Gianluca mostra tutto il suo entusiasmo e la sua positività “Per me lo sport è tutto. Vivo per fare sport, grazie ad esso ho risolto tante tematiche, anche interiori, non solo prettamente fisiche. Lo sport mi da’ tanto quotidianamente e credo tantissimo nel valore dell’integrazione dello sport, dove si annulla ogni differenza. L’atleta è atleta a prescindere dalle difficoltà funzionali che può avere. La cosa bella dello sport è che c’è la massima integrazione, si è tutti uguali: si parte tutti assieme e comunque si arriva, non importa chi primo e chi ultimo, si arriva comunque, la vittoria c’è a prescindere.“
Con la stessa emozione ci racconta che questo è il primo anno in cui alle Paralimpiadi si presenta il triathlon con delle regole piuttosto ferree, infatti delle 5 classi presenti nel paratriathlon solo tre sono state ammesse “Non tutte, tra cui la mia no. Non ho avuto purtroppo però la possibilità di poter competere alle paralimpiadi”.
Gli atleti di paratriathlon sono divisi in diverse categorie,ossia PT1 (sitting Handcycle,riservata a paraplegici, quadriplegici, polio, amputati di entrambi le gambe); PT2 (gravi disabilità agli arti inferiori, inclusi doppi amputati oltre al ginocchio); PT3 (malati di sclerosi multipla, distrofia muscolare, paralisi cerebrali, corridori con doppia amputazione delle gambe o paralisi a diversi arti); PT4 (disabilità agli arti superiori: include paralisi, amputati al di sopra e al di sotto del gomito o disabilità in entrambi gli arti superiori)e PT5 (B1 lievi disabilità agli arti nferiori: include gli amputati al disotto del ginocchio; B2 ipovedenti e B3 non vedenti). Di queste, solo tre categorie sono inserite nel programma olimpico: per gli uomini i PT1, i pT2 e iPT4 per le donne PT2 , PT4 e PT5.
Gianluca non perde comunque la positività, spiegandoci che ci sono molte altre gare nazionali ed internazionali in cui può gareggiare: da poco ci sono stati gli Europei in Portogallo, il 19 giugno ha avuto l’appuntamento con la Coppa del Mondo in Francia e spera di qualificarsi per i mondiali che saranno in Olanda a luglio!
Ci facciamo togliere un’ultima curiosità da Gianluca chiedendogli qual’ è secondo lui il profilo dell’atleta che fa triathlon? e lui ci risponde “sicuramente chi fa nuoto è avvantaggiato, perchè probabilmente delle tre, da un punto di vista tecnico, è la disciplina più complessa. Per la bici non ci sono difficoltà di alcun tipo, perchè c’è chi gareggia con l’handbike o chi, come me, riesce a pedalare con una bici normale pur essendo amputato; la corsa si può fare in tutti i modi…chi non ha l’utilizzo degli arti inferiori con la carrozzina, oppure chi, come me, utilizza delle protesi, ma c’è addirittura chi corre con le stampelle. Per cui non c’è un profilo specifico, c’è solo la voglia di voler stare in compagnia e di voler far sport all’aria aperta che è una cosa che sicuramente è bella e profonda!“
Noi quindi ringraziamo tantissimo Gianluca Cacciamano, gli auguriamo un grosso in bocca al lupo e speriamo di vederlo nelle prossime paralimpiadi aTokyo.
E per quelli che non si vogliono perdere la prima volta del paratriathlon alle paralimpiadi l’appuntamento è per il 10 e 11 settembre alle 10:00 (brasiliane)!
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