di Raffaella Nucci
In occasione delle Paralimpiadi di Rio 2016, il Comitato Italiano Paralimpico ha voluto dar seguito alla collaborazione con la Santa Sede nata con Believe to be Alive, che si è svolto a Roma, nel 2014 e che ha rappresentato un’autentica festa di sport e integrazione, per ribadire ancora una volta che praticare una disciplina è possibile per tutti.
È questa idea comune che apre le porte a un nuovo importante capitolo di questa collaborazione. Il progetto Casa Italia Paralimpica a Rio de Janeiro 2016 è stato lanciato durante la Conferenza Stampa del 12 maggio che ha avuto luogo nella Sala Stampa della Santa Sede.
E non potevamo mancare noi di Storie Paralimpiche!
Apre la conferenza il Cardinal Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Ma che c’entra lo Sport con la Cultura? “Lo sport è un linguaggio universale così come la musica e l’arte. Le Olimpiche di Pindaro sono un esempio illustre della forza comunicativa dello sport”. E la comunicazione è ancora più efficace quando lo sport è “PARA”, non più, non meno ma alla pari, diverso ma con uguale valore, e la diversità non può che essere considerata una ricchezza. Questo il significato dell’intervento di apertura del Cardinale che conclude citando lo scrittore abruzzese Silone, che in una nelle sue opere meno note, “Vino e Pane”, scrive “L’uomo non esiste veramente che nella lotta contro i propri limiti”, andando contro tutto ciò che ci precede, ci eccede, ci supera.
La parola passa al dott. Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico.
“Per la realizzazione di Casa Italia Paralimpica a Rio 2016 abbiamo deciso di percorrere una strada diversa, in controtendenza rispetto al passato, meno attenta alla forma e molto più alla sostanza. L’idea, nata in un colloquio informale con Mons. Melchor Sánchez, è diventata un progetto di straordinaria rilevanza sociale, grazie al supporto della Santa Sede e della Diocesi di Rio. Anziché spendere soldi per affittare un club privato o un circolo abbiamo deciso di percorrere questa strada, più difficile ma sicuramente con un valore aggiunto, quello di lasciare uno spazio utile in futuro all’avviamento allo sport di altri ragazzi e ragazze disabili”.
Ma che c’entra lo sport con la religione? Sintetizza molto bene questo connubio Mons. Melchor José Sánchez, Sotto- Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura ed ex pentatleta “in Italia siamo abituati a vedere un campo di calcetto all’ombra del campanile di una Chiesa. Questi spazi, più comunemente noti come oratori, rappresentano una peculiarità tutta italiana, un modello che ha funzionato e che dovremmo esportare”, luoghi di aggregazione sociale, integrazione e spesso di supporto all’educazione delle giovani generazioni.
Ed è all’ombra di un campanile che il CIP ha deciso di allestire Casa Italia Paralimpica, quello della Paroquia Imaculada Conceição di Rio de Janeiro, una scelta che segue quella di sostenere l’Arcidiocesi di Rio in progetti di solidarietà che la stessa Diocesi indicherà. Uno degli obiettivi sarà la riqualificazione dell’area limitrofa della Igreja de São Geraldo in Olaria e Nossa Senhora da Guia a Lins, con un’attenzione particolare alle attività rivolte alle persone disabili, come ad esempio la realizzazione di un impianto sportivo totalmente accessibile.
Il progetto è spiegato nel dettaglio dal Dott. Marco Giunio De Sanctis, Capo Missione ai Giochi Paralimpici di Rio 2016. “La cerimonia di inaugurazione è prevista per il 6 settembre. Lo spazio sarà luogo di incontro per la nostra Delegazione Italiana presente in Brasile, composta da circa 95 atleti che gareggeranno in 14 delle 22 discipline previste dal programma. L’11 settembre Casa Italia Paralimpica sarà aperta al pubblico. Alla XV edizione dei Giochi Paralimpici di Rio saranno presenti oltre 4300 atleti in rappresentanza di quasi 180 nazioni, che gareggeranno in 22 discipline sportive (esordio per para-triathlon e para-canoa) per 528 aventi medaglia, in 21 impianti suddivisi in quattro macro-aree. La struttura al termine dei Giochi sarà lasciata in eredità alla parrocchia e a disposizione della Comunità per future iniziative di integrazione e inclusione sociale”.
A chiudere gli interventi Padre Leandro Lenin Silva Tavares, dell’Arcidiocesi di Rio de Janeiro. “È un’occasione per il Brasile, primo paese sudamericano ad ospitare i Giochi Olimpici. A tutte le iniziative che ruotano intorno a Casa Italia Paralimpica l’arcidiocesi di Rio sarà di supporto e aiuto nella gestione. attraverso il progetto globale sociale “Rio Se Move”, per porre l’accento su un vero e umano sviluppo sociale”.
A dirigere la cucina di Casa Italia Paralimpica è stato chiamato Gabriele Rubini, meglio noto come Chef Rubio, ex rugbista, sensibile ai temi della disabilità e impegnato da sempre nella promozione della buona cucina come paradigma universale di convivialità, integrazione e interazione sociale. Chef Rubio ci anticipa che ha in mente di organizzare “serate a tema, che esalteranno la tradizione regionale italiana e serate dedicate alla tradizione gastronomica del bellissimo paese che ci ospita, il Brasile”.
Appena scelta portabandiera della delegazione Italiana a Rio, la campionessa di atletica leggera paralimpica Martina Caironi, medaglia d’oro sui 100 metri ai Giochi Paralimpici di Londra 2012 e primatista mondiale sui 100 e 200 metri. “Sono onorata ed emozionata per il ruolo che mi è stato affidato. Lo spirito di inclusione che il Logo simboleggia con un abbraccio, esprime molto bene i valori che ci guideranno fino a Rio 2016. È da qui che voglio lanciare il primo #joinus4rio2016, sperando che molti di voi faranno lo stesso dopo di me”. L’hashtag è stato creato dal CIP per aggiornare gli utenti di Twitter sulle iniziative di Rio.
Ad assistere alla conferenza anche una Delegazione di atleti paralimpici: Cristina Scazzosi, Fabrizio Caselli e Anila Hoxha (pararowing), Oxana Corso (atletica), Eleonora Sarti (tiro con l’arco), Mauro Decina (Tiro a segno), Gianluca Raggi (vela), Sara Morganti (paradressage).
Insomma, come ha concluso l’Ambasciatore Brasiliano Ricardi Neiva Tavares, possiamo dire che “alla fine andrà tutto bene e se non va bene è perché ancora non siamo arrivati alla fine*”.
*ao final tudo vai dar certo, e se não dar certo é porque ainda não chegou o final…
https://www.indiegogo.com/projects/storie-paralimpiche/x/13556404#/
…e se chegou o final e não deu certo…nos dançamos!!